Certolizumab pegol (Cimzia®)

Attenzione: le informazioni riportate non sostituiscono le singole schede tecniche e foglietti informativi dei farmaci. Per ogni ulteriore approfondimento è bene sempre consultare il proprio medico specialista curante.

Che cos’è?

E’ un farmaco immunosoppressore, in grado cioè di inibire la risposta del sistema immunitario. In particolare certolizumab inibisce il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa), una proteina coinvolta nelle risposte infiammatorie e immuni.

Quando viene utilizzato?

Certolizumab è utilizzato, da solo o in combinazione con il metotrexate, nel trattamento dell’artrite reumatoide, della spondiloartrite assiale, dell’artrite psoriasica e della psoriasi a placche.

E’ utilizzato per il trattamento dell’artrite psoriasica attiva quando la risposta ad altri farmaci antireumatici è stata inadeguata e nelle persone affette da psoriasi a placche da moderata a grave che necessitano di terapia sistemica.

Come si assume?

Nel trattamento della psoriasi a placche e dell’artrite psoriasica certolizumab si assume mediante iniezioni sottocutanee sulla coscia o sull’addome.

Come agisce?

Certolizumab è un anticorpo monoclonale che si lega al fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa) e ne blocca l’attività biologica, con conseguente riduzione dell’infiammazione nell’organismo.

Con che frequenza va assunto e per quanto tempo?

La dose iniziale raccomandata di certolizumab pegol in pazienti adulti è di 400 mg somministrata in 2 iniezioni sottocutanee da 200 mg ciascuna, alle settimane 0, 2 e 4 (dose di carico). Dopo la fase iniziale, la dose di mantenimento di certolizumab pegol è di 200 mg ogni 2 settimane. Può essere presa in considerazione una dose da 400 mg nei pazienti con una risposta insufficiente.

Il raggiungimento di una risposta clinica avviene in genere entro 16 settimane di trattamento; il proseguimento della terapia deve essere quindi attentamente rivalutato nei pazienti che non dimostrano alcun beneficio entro tale periodo. I pazienti che mostrano una parziale risposta iniziale al trattamento possono migliorare proseguendolo oltre le 16 settimane.

Nei pazienti con artrite psoriasica, dopo la dose iniziale, quella di mantenimento è di 200 mg ogni 2 settimane, e una volta che la risposta clinica è stata confermata può essere presa in considerazione una dose alternativa di mantenimento di 400 mg ogni 4 settimane. Il trattamento con methotrexate deve essere continuato durante il trattamento con certolizumab pegol, ove appropriato.

Frequenza e Dosaggio
1° Dose

(Dose di carico)

Settimana 0 400 mg

(2 iniezioni da 200 mg)

2° Dose

(Dose di carico)

Settimana 2 400 mg

(2 iniezioni da 200 mg)

3° Dose

(Dose di carico)

Settimana 4 400 mg

(2 iniezioni da 200 mg)

Dosi successive

(Dose di mantenimento)

Ogni 2 settimane 200-400 mg

(personalizzato su base individuale)

Quali sono le principali avvertenze da considerare?

Le persone in trattamento con certolizumab devono essere attentamente seguite nel tempo per rilevare precocemente eventuali effetti indesiderati del farmaco.

Prima di iniziare il trattamento con certolizumab è importante che il medico raccolga un’accurata storia clinica relativa, in particolare, a tubercolosi attiva o altre gravi infezioni (come sepsi, ascessi), malattie cardiache (come l’insufficienza cardiaca moderata-grave), epatite virale in particolare l’epatite B, neoplasie maligne e disordini linfoproliferativi, malattie polmonari, malattie epatiche, discrasie ematiche, malattie del sistema nervoso (come le malattie demielinizzanti del Sistema Nervoso Centrale o Periferico), deficit del sistema immunitario. E’ importante escludere una sensibilizzazione al lattice. E’ bene raccogliere informazioni su eventuali gravidanze o allattamento in corso, sull’intenzione a pianificare una gravidanza, o sulla candidazione a procedure chirurgiche in tempi brevi e, ancora, sulla programmazione di vaccinazioni con vaccini vivi. Particolare attenzione va posta ai pazienti di età >65 anni i quali presentano una più alta incidenza di infezioni durante il trattamento con certolizumab pegol.

Prima di iniziare la terapia è bene eseguire altri esami di screening per l’epatite B, C, e per la tubercolosi latente.

L’emivita, cioè il tempo necessario perché la concentrazione del farmaco nel corpo venga dimezzata,  di certolizumab pegol è di 14 giorni; in media occorrono circa 5 mesi dopo l’ultima iniezione per eliminare il farmaco dall’organismo.

Ci sono problemi alla sospensione del farmaco?

I pochi studi disponibili sulla sospensione del farmaco dimostrano che alla sua sospensione spesso si verifica la ricomparsa dei sintomi di malattia, ma che una reintroduzione del farmaco comporta in genere una buona risposta clinica con riduzione dell’attività di malattia.

A quali eventuali effetti indesiderati è importante prestare attenzione?

Certolizumab pegol può ridurre le difese dell’organismo, e quindi aumentare il rischio di infezioni soprattutto batteriche e virali.

Sulla base delle attuali conoscenze, non è possibile escludere in pazienti trattati con farmaci anti-TNF lo sviluppo di linfomi, leucemie e altre neoplasie, compresi i tumori della pelle. Di recente una revisione della letteratura che ha indagato il rischio di cancro nei pazienti con psoriasi trattati con questa classe di farmaci, ha segnalato la necessità di un monitoraggio a lungo termine in questo ambito, per stabilire se esista un rischio di neoplasia direttamente attribuibile al trattamento.

Ci sono problemi per l’assunzione contemporanea di altri farmaci?

La terapia con certolizumab pegol non è raccomandata in associazione con anakinra e abatacept in quanto aumenta il rischio di infezioni gravi. Non è raccomandata la somministrazione contemporanea di certolizumab pegol con altre terapie biologiche che possono allo stesso modo aumentare il rischio di infezioni gravi e di interazioni.

Certolizumab pegol può essere assunto insieme a metotrexate, corticosterodi, farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) e analgesici.

 

DONNE IN ETA’ FERTILE

Se sono in età fertile e inizio la terapia con certolizumab devo avere qualche precauzione?

Si consiglia di valutare con il proprio medico di fiducia l’opportunità di eseguire un test di gravidanza prima di iniziare il trattamento. Le donne in età fertile devono prendere in considerazione l’uso di misure contraccettive adeguate per evitare l’instaurarsi di una gravidanza durante il trattamento e per 5 mesi dopo l’ultima somministrazione di certolizumab.

Se assumo il farmaco posso avere problemi di fertilità?

Studi condotti su animali non hanno evidenziato una riduzione della fertilità, tuttavia i dati disponibili in merito agli effetti del farmaco sulla fertilità umana sono limitati, e insufficienti per trarre conclusioni sugli effetti di certolizumab su fertilità e funzione riproduttiva generale.

Per quanto tempo rimane il farmaco nel mio corpo? Devo interrompere l’assunzione di certolizumab se voglio avere un bambino?

In generale il tempo necessario per eliminare i farmaci dall’organismo può variare da persona a persona. L’eliminazione di certolizumab può richiedere fino a 5 mesi dalla conclusione del trattamento.

Nel caso si desideri una gravidanza è importante consultare il medico di fiducia prima di interrompere la somministrazione del farmaco. Il medico valuterà i rischi della progressione della malattia rispetto ai rischi dell’assunzione del farmaco.

Mi sono accorta di essere incinta, devo interrompere l’assunzione di certolizumab?

In presenza di una gravidanza è necessario consultare il proprio medico di fiducia prima di interrompere l’assunzione del farmaco, per valutare con attenzione i rischi e i benefici complessivi del trattamento in questa condizione.

Se assumo certolizumab aumenta il rischio di aborto?

I dati disponibili in merito all’utilizzo di certolizumab in gravidanza sono limitati.

In generale l’aborto è un’evenienza relativamente comune in ogni gravidanza. Con una malattia autoimmune può aumentare la possibilità che si verifichi un aborto spontaneo, il che rende più difficoltoso comprendere se i farmaci utilizzati per trattare la malattia possono aumentare il rischio di aborto spontaneo. Infatti in presenza di una malattia materna in gravidanza non è semplice capire se le problematiche che insorgono, possano essere legate ai farmaci assunti in gravidanza o alla malattia materna da trattare.

Uno studio relativo a 79 gravidanze non ha mostrato un incremento di perdite fetali con l’impiego del farmaco alle dosi raccomandate.

Se assumo questo farmaco nel primo trimestre di gravidanza aumenta il rischio di danni al feto?

Ogni donna in gravidanza ha un rischio, all’incirca del 3-5%, che il bambino presenti una malformazione; tale rischio è definito “rischio di base” e riguarda tutte le donne in gravidanza.

D’altra parte nel primo trimestre il farmaco attraversa la placenta in quantità molto ridotte.

I dati derivanti da più di 500 gravidanze di donne esposte al trattamento con certolizumab con esiti di gravidanza noti, che includono più di 400 donne esposte durante il primo trimestre, non indicano un effetto malformativo dovuto al farmaco.

In generale è improbabile che il feto possa essere esposto a quantità elevate del farmaco. Studi che hanno misurato i livelli di certolizumab nel sangue materno, del cordone e del neonato fino a otto settimane dal parto hanno rilevato livelli minimi o assenti di passaggio transplacentare del farmaco.

Se assumo certolizumab nel secondo o nel terzo trimestre, che rischi ci possono essere per il bambino?

In uno studio che ha coinvolto 16 donne trattate con certolizumab in gravidanza, il farmaco è stato rilevato nel sangue di un solo nato, in quantità minime. Altri studi riportano risultati simili.

Donne con sintomatologia più severa possono presentare un rischio aumentato di aborto, parto pretermine, basso peso alla nascita. Tuttavia, l’utilizzo di certolizumab non è stato associato a una maggiore probabilità di queste complicazioni.

Ad oggi non sono disponibili studi che abbiano valutato gli effetti a lungo termine del farmaco sullo sviluppo del bambino.

Se assumo certolizumab posso allattare?

Il farmaco passa nel latte materno in quantità molto basse o non rilevabili a causa delle sue dimensioni elevate. Inoltre, quando assunto per via orale, certolizumab è facilmente degradato nel tratto gastrointestinale e pertanto si ritiene che venga scarsamente assorbito dal neonato. Particolare attenzione va tuttavia riservata ai nati prematuri con un apparato digerente non ancora completamente sviluppato, che potrebbero essere in grado di assorbire una quantità maggiore del farmaco.

Uno studio condotto su lattanti le cui madri avevano ricevuto certolizumab durante l’allattamento non ha evidenziato difetti in termini di crescita, sviluppo o rischio di infezione rispetto a lattanti le cui madri non avevano ricevuto il farmaco.

In generale, le conoscenze disponibili indicano che certolizumab può essere utilizzato durante l’allattamento.

Il mio bambino può effettuare le vaccinazioni prima dell’anno di vita, se ho assunto certolizumab in gravidanza?

Le vaccinazioni rappresentano una forma di prevenzione primaria delle malattie infettive insostituibile.

Molti dei farmaci immunosoppressori utilizzati durante la gravidanza possono attraversare la barriera placentare ed entrare nella circolazione fetale, con un possibile impatto sul sistema immunitario fetale.

In generale i vaccini con microrganismi inattivati o con tossoide possono essere somministrati secondo il calendario vaccinale ai neonati di madri trattate con certolizumab in gravidanza.

In Italia il calendario vaccinale nei primi sei mesi prevede la somministrazione di vaccini inattivi ma anche il vaccino vivo per il rotavirus. Il vaccino per rotavirus è raccomandato entro l’anno e previene la malattia da rotavirus che è la causa più comune di gastroenteriti virali fra i neonati e i bambini sotto i 5 anni. In particolare, nei bambini molto piccoli il virus può causare una diarrea grave con disidratazione. Pertanto, in generale è consigliabile effettuare la vaccinazione, ma valutando con il medico di fiducia e il servizio vaccinale i tempi più opportuni per la sua esecuzione, anche in considerazione dell’eliminazione del farmaco dall’organismo.

I vaccini con microrganismi vivi come il vaccino per il morbillo-parotite-rosolia e il vaccino per la varicella sono previsti nel secondo anno di vita, per cui in generale non ci sono problemi legati alla terapia in gravidanza per la loro somministrazione.

Durante la visita vaccinale va data comunicazione al medico in merito all’assunzione di certolizumab durante la gravidanza o in corso di allattamento.

E se il farmaco è assunto dal partner?  

Gli studi sull’uomo sono mancanti o insufficienti per trarre conclusioni. Nei ratti maschi sono state osservate una ridotta motilità spermatica e una tendenza alla diminuzione della conta spermatica senza apparenti effetti sulla fertilità. In uno studio clinico per valutare l’effetto di certolizumab sui parametri di qualità dello sperma, 20 soggetti sani hanno ricevuto una singola dose sottocutanea di certolizumab o di placebo. Nelle 14 settimane successive non è stato osservato alcun effetto del farmaco sui parametri di qualità dello sperma rispetto al placebo.

In generale, è improbabile che le esposizioni paterne al farmaco aumentino i rischi per la gravidanza.

 

Bibliografia

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Organization of Teratology Information Specialists (OTIS) (1 Febbraio 2020). Certolizumab Pegol (Cimzia®). Da https://mothertobaby.org/.

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Shimada, H., Kameda, T., Kanenishi, K., et al (2019). Effect of biologic disease-modifying anti-rheumatic drugs for patients with rheumatoid arthritis who hope to become mothers. Clinical rheumatology, 38(5), 1453–1458.

UCB Pharma S.A. Foglietto Illustrativo: Cimzia® (aggiornamento 22/05/2019). In Banca Dati AIFA. Da https://www.aifa.gov.it/.

UCB Pharma S.A. Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto: Cimzia® (aggiornamento 22/05/2019). In Banca Dati AIFA. Da https://www.aifa.gov.it/.

 

Aggiornato il 04/01/2021