Golimumab (Simponi®)

Attenzione: le informazioni riportate non sostituiscono le singole schede tecniche e foglietti informativi dei farmaci. Per ogni ulteriore approfondimento è bene sempre consultare il proprio medico specialista curante.

Che cos’è?

E’ un farmaco immunosoppressore, in grado cioè di inibire la risposta del sistema immunitario. In particolare golimumab inibisce il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa), una proteina coinvolta nelle risposte infiammatorie e immuni.

Quando viene utilizzato?

È utilizzato, da solo o in combinazione con il metotrexato, nel trattamento dell’artrite reumatoide, dell’artrite idiopatica giovanile, dell’artrite psoriasica, della spondiloartrite assiale e della colite ulcerosa.

In particolare è indicato nei pazienti affetti da artrite psoriasica attiva e progressiva che hanno risposto inadeguatamente ad altri farmaci antireumatici.

Come si assume?

Nel trattamento dell’artrite psoriasica, golimumab si assume mediante iniezioni sottocutanee.

Come agisce?

Golimumab è un anticorpo monoclonale che si lega al fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa) e ne blocca l’attività biologica, con conseguente riduzione dell’infiammazione nell’organismo.

Con che frequenza va assunto e per quanto tempo?

La terapia deve essere prescritta da un medico esperto ed il dosaggio per l’artrite psoriasica è di 50mg una volta al mese. La risposta clinica si raggiunge dopo 3-4 dosi (12-14 settimane dall’inizio del trattamento). Da valutare se continuare o meno il trattamento nei pazienti in cui non si osserva miglioramento dei sintomi nel tempo indicato. Nei pazienti con peso superiore ai 100kg, che non raggiungono una risposta clinica adeguata dopo 3-4 dosi, può essere considerato un aumento del dosaggio fino a 100mg, una volta al mese, tenendo presente l’aumentato rischio di alcune reazioni avverse anche gravi. Dopo 3-4 dosi supplementari da 100 mg, in assenza di benefici, è necessario valutare se continuare la terapia.

Il tempo necessario perché la concentrazione del farmaco nel sangue venga dimezzata (emivita) è di 12-15 giorni circa. L’eliminazione completa può richiedere fino a 5 mesi.

Frequenza e Dosaggio Artrite psoriasica
Peso<100 kg Peso >100 kg
Mese 1 1 volta al mese (stesso giorno) 50 mg Possibile aumento del dosaggio fino a 100 mg
Mese 2 1 volta al mese (stesso giorno) 50 mg
Mese 3 1 volta al mese (stesso giorno) 50 mg
Mese 4 1 volta al mese (stesso giorno) 50 mg
Mese 5+ Sulla base dei benefici

Quali sono le principali avvertenze da considerare?

Il farmaco deve essere usato sotto stretto controllo medico.

Il farmaco è controindicato o il suo uso deve essere attentamente valutato in presenza di:

  • Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti.
  • Infezioni: tubercolosi, virus dell’epatite B, infezioni invasive da funghi
  • Tumori e linfomi precedenti
  • Insufficienza cardiaca da moderata a grave
  • Malattia del sistema nervoso: malattie demielinizzanti come la sclerosi multipla
  • Interventi chirurgici o procedure odontoiatriche
  • Deficit del sistema immunitario
  • Malattie autoimmuni: lupus
  • Malattie del sangue
  • Concomitante vaccinazione con vaccini vivi o agenti infettivi terapeutici
  • Reazioni allergiche
  • Sensibilità al lattice in quanto il cappuccio dell’ago sulla penna preriempita è prodotto con lattice
  • Gravidanza e allattamento

Se tali condizioni insorgono durante la terapia questa deve essere interrotta e verranno introdotte, ove necessarie, le terapie adeguate.

Poiché l’eliminazione di golimumab può richiedere fino a 5 mesi, il monitoraggio deve continuare anche in questo periodo.

Sulla base delle attuali conoscenze, non è possibile escludere in pazienti trattati con farmaci anti-TNF lo sviluppo di linfomi, leucemia e altre neoplasie, compresi i tumori della pelle. Di recente una revisione della letteratura che ha indagato il rischio di cancro nei pazienti con psoriasi trattati con questa classe di farmaci, ha segnalato la necessità di un monitoraggio a lungo termine in questo ambito, per stabilire se esista un rischio di neoplasia direttamente attribuibile al trattamento.

È raccomandato un esame periodico della pelle, in modo particolare per i pazienti con fattori di rischio per il tumore della pelle.

Il trattamento con golimumab può causare la formazione di anticorpi autoimmuni.

Ci sono problemi alla sospensione del farmaco?

Il farmaco è stato approvato da pochi anni e non sono presenti sufficienti dati relativi ad eventuali effetti negativi dopo la sospensione del trattamento.

A quali eventuali effetti indesiderati è importante prestare attenzione?

Le reazioni avverse comuni comprendono:

  • Infezione delle vie respiratorie superiori (rinofaringite, faringite, laringite e rinite)
  • Infezioni batteriche (come cellulite), infezione delle vie respiratorie inferiori (come polmonite), infezioni virali (come influenza e herpes), bronchite, sinusite, infezioni micotiche superficiali, ascesso
  • Leucopenia (riduzione globuli bianchi), anemia
  • Reazioni allergiche (broncospasmo, ipersensibilità, orticaria)
  • Disturbi psichiatrici: depressione, insonnia
  • Disturbi del sistema nervoso: capogiri, mal di testa, parestesia
  • Patologie del sistema respiratorio: asma
  • Ipertensione
  • Patologie gastrointestinali: dispepsia, dolore gastrointestinale e addominale, nausea, patologie gastrointestinali infiammatorie (come gastrite e colite), stomatite
  • Aumento enzimi epatici
  • Patologie della pelle: prurito, eruzione cutanea, alopecia, dermatite
  • Reazioni al sito di iniezione: piressia, astenia, reazioni al sito di iniezione (come eritema al sito di iniezione, orticaria, indurimento, dolore, ecchimosi, prurito, irritazione e parestesia), dolore toracico
  • Fratture ossee

Ci sono problemi per l’assunzione contemporanea di altri farmaci?

La somministrazione contemporanea di altri farmaci antireumatici (anankira e abatacept) non è raccomandata perché aumenta il rischio di infezioni gravi.

Non è raccomandata la somministrazione contemporanea di altre terapie biologiche che può aumentare il rischio di infezioni gravi e di interazioni farmacologiche. Particolare attenzione va prestata nel passaggio da un biologico ad altro, in quanto la sovrapposizione dell’attività biologica può ulteriormente aumentare il rischio di eventi avversi, compresa l’infezione.

I vaccini vivi e gli agenti infettivi terapeutici non devono essere somministrati contemporaneamente a golimumab.

 

DONNE IN ETA’ FERTILE

Se sono in età fertile e inizio la terapia con golimumab devo avere qualche precauzione?

Si consiglia di valutare con il proprio medico di fiducia l’opportunità di eseguire un test di gravidanza prima di iniziare il trattamento. Le donne in età fertile devono considerare l’uso di misure contraccettive adeguate per evitare l’instaurarsi di una gravidanza durante il trattamento e per almeno 6 mesi dopo l’ultima somministrazione di golimumab.

Se assumo il farmaco posso avere problemi di fertilità?

I dati disponibili sugli effetti di golimumab sulla fertilità sono mancanti o insufficienti per trarre conclusioni.

Per quanto tempo rimane il farmaco nel mio corpo? Devo interrompere l’assunzione di golimumab se voglio avere un bambino?

In generale il tempo necessario per eliminare i farmaci dall’organismo può variare da persona a persona. L’eliminazione di golimumab richiede all’incirca fino a 5 mesi dalla conclusione del trattamento.

Nel caso si desideri una gravidanza è importante consultare il medico di fiducia prima di interrompere la somministrazione del farmaco. Il medico valuterà i rischi della progressione della malattia rispetto ai rischi dell’assunzione del farmaco.

Mi sono accorta di essere incinta, devo interrompere l’assunzione di golimumab?

In presenza di una gravidanza è necessario consultare il proprio medico di fiducia prima di interrompere l’assunzione del farmaco, per valutare con attenzione i rischi e i benefici complessivi del trattamento in questa condizione.

Se assumo golimumab aumenta il rischio di aborto?

I dati disponibili in merito all’utilizzo di golimumab in gravidanza sono limitati.

In generale l’aborto è un’evenienza relativamente comune in ogni gravidanza. Con una malattia autoimmune può aumentare la possibilità che si verifichi un aborto spontaneo, il che rende più difficoltoso comprendere se i farmaci utilizzati per trattare la malattia possono aumentare il rischio di aborto spontaneo. Infatti in presenza di una malattia materna in gravidanza non è semplice capire se le problematiche che insorgono, possano essere legate ai farmaci assunti in gravidanza o alla malattia materna da trattare.

Se assumo questo farmaco nel primo trimestre di gravidanza aumenta il rischio di danni al feto?

I dati disponibili in merito all’utilizzo di golimumab in gravidanza sono limitati.

Ogni donna in gravidanza ha un rischio, all’incirca del 3-5%, che il bambino presenti una malformazione; tale rischio è definito “rischio di base” e riguarda tutte le donne in gravidanza.

Nel primo trimestre il farmaco attraversa la placenta in quantità molto ridotte.

Gli studi condotti su animali non indicano effetti dannosi del farmaco sulla gravidanza, lo sviluppo embrionale e fetale, il parto o lo sviluppo post-natale.

Qualora si renda necessario utilizzare golimumab in questa fase della gravidanza, il medico di fiducia valuterà con attenzione i rischi e i benefici complessivi del trattamento.

Se assumo golimumab nel secondo o nel terzo trimestre, che rischi ci possono essere per il bambino?

I dati disponibili in merito all’utilizzo di golimumab in gravidanza sono limitati.

Il passaggio del farmaco attraverso la placenta nel secondo e terzo trimestre è maggiore che nel primo. Il farmaco attraversa la placenta e questo è confermato dalla sua presenza nel cordone ombelicale di animali esposti al farmaco. Uno studio del 2011 condotto su animali ha evidenziato un elevato passaggio placentare del farmaco. Gli studi condotti su animali non indicano effetti dannosi del farmaco sulla gravidanza, lo sviluppo embrionale e fetale, il parto o lo sviluppo post-natale.

Qualora si renda necessario utilizzare golimumab in questa fase della gravidanza, il medico di fiducia valuterà con attenzione i rischi e i benefici complessivi del trattamento.

Se assumo golimumab posso allattare?

Non è noto se golimumab passi o meno nel latte materno, né se venga assorbito dal lattante. Tuttavia, uno studio effettuato sugli animali ha confermato la presenza di golimumab nel latte, seppure a concentrazioni molto inferiori rispetto a quelle riscontrate nel siero materno. In uno studio multicentrico che ha coinvolto donne con malattie infiammatorie intestinali in gravidanza, una donna trattata con golimumab ha fornito campioni di latte nelle ore successive alla somministrazione del farmaco (fino a 168 ore). Golimumab non è stato rilevato in nessuno dei campioni. In ogni caso particolare attenzione va riservata ai bambini prematuri con un apparato digerente non ancora completamente sviluppato, che potrebbero essere in grado di assorbire una quantità di farmaco maggiore.

Ad oggi non sono disponibili studi su campioni di neonati che abbiano valutato gli effetti dell’allattamento al seno in corso di terapia con golimumab.

A fronte di queste considerazioni, qualora si renda necessario utilizzare golimumab durante l’allattamento, è bene valutare con il proprio medico di fiducia i rischi dell’assunzione del farmaco rispetto ai benefici del trattamento e dell’allattamento. Nel caso si decida di allattare è consigliabile un attento monitoraggio del lattante.

Il mio bambino può effettuare le vaccinazioni prima dell’anno di vita, se ho assunto golimumab in gravidanza?

Le vaccinazioni rappresentano una forma di prevenzione primaria delle malattie infettive insostituibile.

Molti dei farmaci immunosoppressori utilizzati durante la gravidanza possono attraversare la barriera placentare ed entrare nella circolazione fetale, con un possibile impatto sul sistema immunitario fetale.

In generale i vaccini con microrganismi inattivati o con tossoide possono essere somministrati secondo il calendario vaccinale ai neonati di madri trattate con golimumab in gravidanza.

In Italia il calendario vaccinale nei primi sei mesi prevede la somministrazione di vaccini inattivi ma anche il vaccino vivo per il rotavirus. Il vaccino per rotavirus è raccomandato entro l’anno e previene la malattia da rotavirus che è la causa più comune di gastroenteriti virali fra i neonati e i bambini sotto i 5 anni. In particolare, nei bambini molto piccoli il virus può causare una diarrea grave con disidratazione. Pertanto, in generale è consigliabile effettuare la vaccinazione, ma valutando con il medico di fiducia e il servizio vaccinale i tempi più opportuni per la sua esecuzione, anche in considerazione dell’eliminazione del farmaco dall’organismo. Nello specifico, per il golimumab, la documentazione di riferimento del farmaco precisa che la somministrazione di vaccini vivi nei lattanti esposti in utero a golimumab non è raccomandata per i 6 mesi successivi all’ultima iniezione di golimumab alla madre durante la gravidanza.

I vaccini con microrganismi vivi come il vaccino per il morbillo-parotite-rosolia e il vaccino per la varicella sono previsti nel secondo anno di vita, per cui in generale non ci sono problemi legati alla terapia in gravidanza per la loro somministrazione.

Durante la visita vaccinale va data comunicazione al medico in merito all’assunzione di golimumab durante la gravidanza o in corso di allattamento.

E se il farmaco è assunto dal partner?  

I dati disponibili sugli effetti di golimumab sulla fertilità e sugli esiti della gravidanza sono mancanti o insufficienti per trarre conclusioni.

 

Bibliografia

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Aggiornato il 31/03/2021